e caratterizzerà tutta quanta la loro vita....
'La Vergogna si alzerà su chi vive ma non sa...' erano le parole iniziali del brano di un cantautore mio amico, Maurizio Pepe, che con quella canzone, dal titolo 'Vergogna' parlava e denunciava il fenomeno del razzismo.
Vi lascio qui il
link per poterlo ascoltare, perché debbo dire che a mio modesto parere è un brano che merita, e non solo per l'argomento di cui tratta.
Ma venendo a noi, quelle parole, soprattutto l'accenno al chi vive ma non sa, mi sono venute in mente questa mattina presto, praticamemte quasi poco dopo l'alba, quando mi stavo guardando un video su un convegno davvero interessante, dal titolo 'Il desiderio di essere se stessi e la vergogna di esserlo - Il narcisismo: limiti e risorse', che aveva come relatore Massimo Borgioni, psicologo psicoterapeuta di Roma, organizzato da Bioenergicamente nell'Ottobre del 2017.
Che volete che vi dica ?
Sarà che le
slide erano realizzate con le immagini dei
Peanuts, da cui ho preso non a caso il titolo del mio 1° Libro, sarà l'idioma piacevole familiare, sarà soprattutto la capacità comunicativa, espressiva e chiara, diretta, del relatore, quanto ha detto è scorso veloce per l'ora e mezza scarsa della sua durata, e si è andato ad insinuare nel filone, devo ammettere sempre disponibile a farsi coinvolgere, della mia riflessione.....
E su che cosa ?
E quante domande....
Scherzo.....
E sto sdrammatizzando un po' così perché oggi vorrei parlare di qualcosa che possa essere diretto e fruibile non solo da chi con i narcisisti ha avuto o ha ancora a che fare, ma dai narcisisti stessi.
No, non sto immaginando né la luna né la cosa più assurda del mondo, perché molti degli specialisti attivi in rete sull'argomento affermano come siano cercati, contattati, e consultati non sono da quelli che si indicano per brevità come vittime ma anche da persone con il disturbo narcisistico di personalità (diagnosticato o meno da qualcuno, non è questo il punto che qui ci interessa....).
Io, e, se un po' avete imparato a conoscermi, non è proprio per cattiveria che lo dico, non posso fare a meno di ribadire come mi senta così straordinariamente lontana dal modo di vedere e dal modo di sentire dei narcisi.....
Però, anche ascoltando le chiare lettere del Dr Borgioni, mi è venuta una riflessione da cui nasce il
post di oggi....
Riflessione sull'aspetto della
vergogna provata in tenerissima età che ha poi caratterizzato il volgere della loro vita futura....
Per semplificare, anche perché io non sono assolutamente una tecnica e quello che scrivo non ha alcuna pretesa di andare oltre l'essere il pensiero di qualcuno che però quelle persone le ha conosciute e frequentate, il narcisista, probabilmente da molto piccolo, ha vissuto questo sentimento sconquassante, la vergogna, in un momento in cui avrebbe dovuto invece vedersi riconoscere e rispecchiare dall'altro (l'adulto che se ne prendeva cura) il suo sentire di quel preciso momento (paura ??? tristezza ??? rabbia ???), ed essere accolto, accudito, confortato e soprattutto accompagnato sul percorso del sentimento che stava avvertendo in quel preciso istante....ed è stato invece ripagato con una umiliazione, uno screditamento, uno svilimento di quello che sentiva, facendolo precipitare immediatamente e senza rete nel pozzo della solitudine della vergogna......
Sempre semplificando, è questa quello che viene indicato con il termine
ferita narcisistica per arginare la quale costruirà, di lì a poco, e purtroppo probabilmente per tutto il resto della sua vita, la sua struttura di sé egocentrica, distaccata, evitante e anaffettiva, con la quale cercherà, ovviamente non riuscendoci, di lenire quella tremenda sofferenza iniziale subita.....
Una cosa che io trovo altrettanto tremenda, associata a quel vissuto, è una perdita praticamente totale (un frizzamento ??? un'anestetizzazione ???) dei ricordi, della memoria, associati a quella che dovrebbe essere, a volte purtroppo solo nella teoria, una delle fasi più belle della vita : l'infanzia....
Quella vergogna traccerà poi un solco che produrrà un vuoto.....il vuoto cosmico e che a me toglierebbe il fiato a cui ho accennato più volte sia nel libro sia qui sul sito...
E' un vuoto che deriva dal non aver potuto assaporare certe cose belle che ovviamente ci servono, ad ogni età, ma a maggior ragione da piccoli : l'accoglimento, il riconoscimento, l'accudimento di ferite ma anche di gioie.....ed è come un po', per capirci, se il narciso avesse da una parte subito un trauma che gli appare come insormontabile...e dall'altra si fose narcotizzato per avere una certezza (non solo vana ma pericolosa) di non provare più quella perdità di sé e quella mancanza di qualcosa di vitale.....
Da adulto, o comunque anche poco più avanti nella vita, se provasse ad immergersi in quel senso di vergogna per capirla e affrontarla, ora che è più grande, e dietro quella vedesse il vuoto distruttore e toglifiato che ha causato, forse potrebbe al tempo stesso (ma in un tempo comunque non breve, magari un tempo fatto e scandito da una relazione terapeutica) affrontare e lenire quel dolore e arrivare ad iniziare a porre rimedio al disastro attraverso il quale ha collocato la sua personale reazione....ma il più delle volte o non lo cerca o comunque non lo fa o non lo farà per tutta la sua vita....
Ed è qui che ci troviamo di fronte ad una delle 'armi' a cui i narcisisti fanno ricorso a man bassa (alta e obliqua...) : il desiderio (ma loro non desiderano), il godimento (ma loro non godono nel modo a cui noi siamo abituati), probabilmente il 'gioco'...una sorta di gioco sadico e perverso in cui infliggere l'umiliazione ad altri (e per il narcisista sono 'altri' tutti, anche i suoi cari e familiari.....), per poter sentirsi forse grandi o comunque provare a credersi, a vedersi 'superiori', in una coazione a ripetere che già da sola dovrebbe far capire (a lui/lei o a chi ha attualmente vicino) che c'è qualcosa che non va......
Io non voglio proprio banalizzare, ma come diceva il vecchio adagio ???
Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te...E soprattutto, e questo è già un po' di più farina se non del mio sacco ma in cui mi sono ampiamente...infarinata :
non far provare e subire ad un'altra persona quello che purtroppo è capitato a te......Si dovrebbe, ad esempio, riuscire a non rispondere a violenza con altra violenza, a bugia con bugie e mistificazioni....a dolore con dolore consapevolmente inferto a qualcuno.....
Anche perché, purtroppo e per fortuna, questa 'strategia' di difesa postuma si è ampiamente dimostrato che non funziona : quella ferita rimane, aperta e non rimarginata, e l'unico effetto perverso che ha tutto questo è il sommare vuoto a vuoto, dolore a dolore....
E quella vergogna, comunque, non se ne andrà mai......
Ora mi fermo qui : oggi c'è proprio bisogno di molto di più di cinque minuti per riprenderci, tutti.....
Vi saluto lasciandovi un arcobaleno 🌈 di cose belle, in questo caldo Sabato prefestivo, e, per chi è più curioso o ha bisogno, come me, di occupare le albe (visto che c'ho sempre tanto da fare ma soprattutto a quell'ora il freschino è assicurato 🤭....), il
link del convegno, indirizzato a tecnici del settore, ma che, ve lo giuro sui Beatles, si segue che è un piacere.....
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